venerdì 27 giugno 2014

Hot Poop - Numero 3 - The Twisters with Alice Violato

I Twisters, talentuosa formazione del Sud del Veneto, hanno avuto il loro debutto discografico nel 2007, con l'album "Blowin' The Blues Everywhere" e, nel 2010, comincia il loro sodalizio con la cantante Alice Violato, con la quale incidono"No Ordinary Blues". Questo "MusicOdyssey" di cui parliamo ora è il loro terzo lavoro e, attualmente, il gruppo è composto, oltre che da Alice, da Paolo Bacco alla chitarra, Claudio Lupo alle tastiere, Nick Muneratti al basso, Matteo Coassin alla batteria.

Sicuramente il migliore della discografia, "MusicOdyssey" ha la caratteristica di essere un disco particolarmente eterogeneo ma allo stesso tempo coerente e non una semplice accozzaglia di vari stili musicali non relazionati tra di loro. "No ordinary blues" potrebbe, a questo punto, essere la descrizione perfetta della direzione artistica che The Twisters with Alice Violato hanno deciso di percorrere. In effetti, ciò che rende compatto il disco è comunque la matrice blues presente in tutti i brani anche se ogni composizione ha comunque una sua forte personalità. I 10 brani qui proposti sono accreditati a Bacco e/o a Violato, ma, ascoltando l'album, è impossibile non notare quanta minuzia è stata posta nell'arrangiamento di ogni singolo pezzo, sicuramente un lavoro di gruppo al 100%. Come esempio, possiamo prendere "I Want it Funky" che, nelle mani sbagliate, sarebbe potuta diventare un brano irritante e banale; il gruppo, invece, sceglie di arricchire il pezzo con una scelta di strumentazione ben studiata e azzeccata (il clavinet, lo slap sul basso, la chitarra col wah-wah, una batteria potente e precisa e una voce potentissima) e con un'esecuzione così carica ed energica che finisce per essere una delle cose migliori del CD.

"Down That Road" è un altro brano eccellente: di relativa breve durata, ma con diverse sezioni musicali apparentemente incompatibili tra di loro ma che, invece, si fondono in un amalgama perfetto e la quasi title-track "Ulysses and the Siren"  è un pezzo originalissimo impreziosito dalla splendida tromba di Giuseppe Puliano. "Sand", "The Streets of Heaven" e "Dream of Me" ci ricordano che il gruppo è comunque pur sempre principalmente blues, ma sono tre visioni diverse dello stesso genere; la prima più movimentata e possibile veicolo di jam, mentre le altre due più vicine ad una matrice soul/gospel. Molto toccante "Hi Dad", autoesplicativa dedica di Paolo Bacco al padre, e musicalmente vicina ad alcune delle ultime cose scritte da Hendrix al termine della sua vita, mentre le divertenti "Ride On Ride On" e "Manhole's Mud" (il cui testo tragicomico è ispirato ad un fatto realmente accaduto), ci ricordano di quanto ripaghi comporre e suonare divertendosi e senza prendersi troppo sul serio. L'album, ovviamente, non è esente da difetti: "Say What You Want From Me" e "Dream of Me" sono due episodi che, dopo qualche ascolto, tendono a diventare un po' troppo stucchevoli e forse, l'introduzione di "Ulysses and The Siren" tende a tirare un po' troppo per le lunghe, ma si tratta di cose minime che possono essere tollerate, più che di vere e proprie macchie.

Per quanto riguarda la perizia tecnica dei singoli membri, il gruppo eccelle specialmente, riuscendo a dare una personalità ed uno spazio proprio a ciascuno dei musicisti pur rendendoli indubbiamente parte di un unico insieme. La voce di Alice Violato è molto caratteristica e potente, ma allo stesso tempo femminile e sensuale, una voce che non stonerebbe paragonata ad alcune cantanti soul degli anni '60, Paolo Bacco è un ottimo chitarrista in grado di fare assolo estremamente musicali e non semplici saggi di virtuosismo (le sue migliori prove si possono ascoltare su "Manhole's Mud" e "Sand"), le tastiere di Claudio Lupo sono tra i punti di forza più alti di molti dei brani e senza il suo apporto, brani come "Hi Dad" risulterebbero senza dubbio più scarni, Nick Muneratti fa un uso molto particolare del basso, rendendo ben chiara la sua funzione di collante ritmico, ma, allo stesso tempo, senza dimenticarsi comunque delle possibilità melodiche che gli vengono offerte dai brani e rivendicando la grande e sottovalutata versatilità del suo strumento e fa una grande coppia con Matteo Coassin, batterista eccellente, solido ed estremamente preparato che sostiene in maniera presente, ma non intrusiva, le varie composizioni con un drumming mai banale e scontato.

Il prodotto in sé è ben confezionato, con una grafica professionale e un libretto molto esauriente contenente anche tutti i testi. Un disco consigliato a coloro che amano la musica complessa e ben costruita, senza che sia ampollosa e auto-indulgente e, soprattutto, un disco che mette a tacere coloro convinti che nel 2014 non esista più musica in grado di dire qualcosa di nuovo. Nuove proposte in grado di offrire musica di alto livello e di grande originalità esistono ancora, sono solo diventate più difficili da trovare rispetto al passato perché oggi, quando si produce un artista, si tende a rischiare di meno, ma questo è un discorso più complesso e che affronteremo un'altra volta. Per quanto riguarda "MusicOdyssey" di The Twisters with Alice Violato: procuratevelo e sicuramente non avrete nessun rimpianto.


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