giovedì 13 luglio 2017

Il Grido - Il Grido (Autoproduzione, 2017)

Specifichiamo subito: fare rock nel duemiladiciassette in Italia è talmente demodé che rischia anche di sembrare una cosa più figa di quanto lo fosse dieci anni fa. Definirsi "alternative", invece, ha perso ogni appeal. Il Grido ci provano: sferzano, picchiano, si sbracciano, scelgono suoni ruvidi, ed è sicuramente la loro forza, anche se non è solo l'impatto a fare di un disco rock un vero monolite sonoro. Servono anche le idee, e forse intitolare un pezzo "Amsterdam (Hai Una Cura Per Me?)", per alcuni - non per noi - può sembrare imbarazzante, una cosa da lasciare a J Ax per intenderci. Di fatto, in realtà, questa è una canzone con un gran tiro, ma letto il titolo avevo ragionevolmente avuto timore di sentirmi qualche trovatina per adolescenti strafatti.
Lasciandoci alle spalle questo incipit che investe questi ragazzi come la wrecking ball di Miley Cyrus ma senza una tipa nuda sopra, andiamo ad individuare il valore del disco. "Gospel per Chinaski" e "Dichiarazione d'Indifferenza" sono i brani un po' più tiepidi, diversi, con trovate anomale e derive bizzarre, per certi versi il nadir e lo zenit di questo self-titled. "Lividi" è una riuscitissima cascata stoner, "La Canzone di Merda" è un treno che ti investe a 300 km/h e trova anche il modo di riderci sopra. "Un Briciolo di Noi" ha il ritornello più catchy dell'intero lotto, ma mi viene difficile immaginarmela in radio, ed è una fortuna visto che evidentemente l'obiettivo di questi ragazzi romani è un altro: spaccare e sfasciare tutto, da veri rocker. "Con Un Soffio" prova la svolta acustica, e funziona molto bene, in particolare i feedback finali che lasciano intravedere qualche elemento più sintetico. Non mi va di tralasciare un dettaglio fichissimo: la copertina.

L'approfondimento di questa recensione, ci rendiamo conto, è forse un po' superficiale. Bisogna capire, però, che la storia della musica è fatta di innovatori, e momentaneamente, nel rock, non c'è rimasto assolutamente un cazzo da aggiungere. Poi loro, Il Grido, suonano molto bene, ricordano i primi Ministri con un bagaglio tecnico molto più ampio, o forse i primi Litfiba con un po' di modernità in più nei testi (ci mancherebbe...trent'anni dopo), e quindi ce li faremo bastare, aspettando che quelle influenze elettroniche inserite col contagocce gli permettano di esplorare un territorio un po' più attuale e dimostrare che le palle già tirate fuori qui sono pure grosse.

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